Esattamente venti anni fa nasceva la fiera d’arte Frieze, ideata dai fondatori dell’omonima rivista con l'ambizioso obiettivo di creare una piattaforma d'eccellenza per l'arte contemporanea, che potesse congiungere gallerie, artisti e collezionisti provenienti da ogni angolo del globo. Il primo capitolo di questa avventura ebbe luogo a Regent's Park, nel 2003, dove ancor oggi risiede, e da subito si affermò come un successo straordinario.
Caratterizzandosi per una rigorosa selezione delle gallerie partecipanti, la Fiera Frieze ha svolto un ruolo determinante nel consolidare Londra come un fulcro globale dell'arte contemporanea. L'importanza di questo evento ha portato naturalmente ad una concentrazione di altre manifestazioni artistiche di rilievo come inaugurazioni di mostre e spazi espositivi, eventi artistici di alto calibro ed aste organizzate dalle principali case.
Ciò ha dato vita a un microcosmo noto come "Frieze Week," che funge da specchio fedele dello stato di salute del mercato dell'arte contemporanea, offrendo una panoramica straordinaria delle tendenze e dell’andamento del mercato in un preciso momento.
Data questa premessa è quindi facile capire quanto sia importante osservare l’andamento delle vendite della fiera e anche delle aste svolte in contemporanea ad essa.
Trainate anche da una sterlina debole le vendite in fiera sono state soddisfacenti, secondo quanto riferito dalle gallerie partecipanti. Alcune di esse hanno addirittura esaurito le loro opere prima dell'apertura al pubblico, come nel caso della galleria Massimo de Carlo e della Marianne Boesky. Quest'ultima ha scelto di mantenere i prezzi delle opere ad un livello accessibile, lasciando le opere proposte alla portata delle istituzioni e favorendo così l’ingresso nei musei ai giovani artisti.
Non solo una ricerca verso i nuovi nomi però a Frieze 2023; c’era infatti una significativa presenza di artisti viventi più anziani, come il novantunenne Joan Sammel o la ottantunenne Sylvia Snowden giusto per citarne due. Con questa strategia, le gallerie stanno cercando di acquisire opere di artisti consolidati ma sottovalutati e poco conosciuti, a differenza di sei mesi o un anno fa, quando il focus era tutto sui giovani artisti. Ciò riflette un cambiamento nel pensiero dei collezionisti, che stanno finalmente riconoscendo che gli artisti più giovani non hanno l'esclusiva del pensiero rivoluzionario e dell'assunzione di rischi radicali.
Ciò nonostante, è bene notare come le vendite durante la Frieze Week siano state inferiori alla precedente edizione, al pari di un ritmo decisamente più lento che ha permeato le dinamiche della fiera.
Un’andatura tranquilla è stata evidente anche nelle aste delle principali case d'asta. Nel caso di Christie's, dopo un inizio promettente con l'opera di Salvo "Il giorno fu pieno di lampi la sera verranno le stelle" (1991), venduta per 550.000 sterline contro una stima di 80/120.000 sterline, il ritmo è notevolmente rallentato. Nonostante alcune vendite sopra le stime, è stato evidente un atteggiamento prudente durante l'asta del 20° e 21° secolo del 13 ottobre, con alcune opere di artisti come Basquiat, Kusama e Warhol rimaste invendute.
Tuttavia, la seconda asta, incentrata sulla collezione di Sam Josefowitz, ha superato notevolmente le stime, contribuendo a un risultato positivo con un totale di 42,3 milioni di sterline.
Sotheby's ha invece condotto due aste giovedì 12 con la prima, "The Now", dedicata all'arte ultracontemporanea e comprendente 21 lotti, seguita da una vendita serale di 21 lotti di arte contemporanea. Mentre la prima asta ha superato leggermente le aspettative, la seconda è stata decisamente debole.
Nella prima asta, diverse opere hanno superato le stime iniziali, inclusi record per artisti come Lynette Yiadome-Boakye, il cui lavoro "Six Birds in the Bush" è stato venduto per 2,95 milioni di sterline. Complessivamente, i 21 lotti hanno appena superato il target di prevendita, che variava tra 9,3 milioni di sterline e 13,6 milioni di sterline, realizzando un totale di 15,5 milioni di sterline, comprese le commissioni.
Tuttavia, la situazione è cambiata rapidamente con la seconda asta, che ha aperto in maniera incerta a causa di alcuni ritiri dell’ultimo minuto, i quali hanno portato a una revisione delle stime pre-asta poco prima dell'inizio, passando da una cifra massima di 63,3 milioni di sterline a una stima rivista di 39,9-57,9 milioni di sterline.
Il momento più critico è stato il fallimento del lotto principale, l'opera "Abstraktes Bild" (1986) di Gerhard Richter, che aveva la stima più alta della serata: tra 16 e 24 milioni di sterline e senza alcuna garanzia. Nonostante il banditore abbia invitato a fare offerte, l'asta si è fermata a 14,5 milioni di sterline. Questo ha notevolmente influito sul totale della vendita, che si è conclusa a 30,1 milioni di sterline, ben al di sotto dell'obiettivo prefissato.
Dai dati raccolti, emerge chiaramente un quadro preoccupante quando si confronta lo stato attuale del mercato con quello dell'anno precedente. Tenendo conto anche dei risultati di Phillips, e sebbene sia stato venduto circa l’80% delle opere proposte, si registra comunque un -18% del valore collettivo delle opere d'arte: passando da 232 milioni di sterline nel 2022 a 192 milioni di sterline nel 2023, una cifra alla pari con i livelli del 2016.
È evidente che il mercato dell'arte a Londra sembri essere retrocesso al punto in cui si trovava al momento della votazione sulla Brexit.
Mentre la competizione per il predominio nel mercato dell'arte tra Londra e Parigi resta aperta, è inevitabile domandarsi se Londra sarà in grado di recuperare il suo slancio positivo prima della prossima Frieze Week. Nel frattempo, il mondo dell’arte inizia a puntare gli occhi su Paris+ par Art Basel, in attesa di un nuovo capitolo.